Un percorso ad anello, dotato di un certo dislivello, che tocca ben 3 chiese, una addirittura Monumento Storico Nazionale, in un percorso, a tratti faticoso, di 8 Km e con un dislivello di 330 metri. Questi sono gli “ingredienti” del percorso che vi andiamo a proporre. Siamo nell’imperiese, patria dell’olio EVO della Riviera Ligure di Ponente, e in particolare in una delle sue “capitali”: Lucinasco.

Come si arriva e da dove si parte

Arriverete a Lucinasco (IM) circa mezz’ora dopo essere usciti dal casello di Imperia Est, della famigerata autostrada A10. La strada (SP 30) per arrivare, una volta imboccata l’ultima deviazione dal paese di Borgoratto presenta numerosissimi tornanti, forse più facili da affrontare se vi farete distrarre (non il guidatore, però) dallo spettacolo degli ulivi storici che tappezzano e abbelliscono la collina su cui è abbarbicato il paese.

Avrete puntato il navigatore e sarete quindi giunti alla Chiesa di Santo Stefano, punto di partenza e prima chiesa del nostro anello.

La particolarità del luogo è il piccolo laghetto artificiale antistante, che ospita alcune rumorosissime rane, che vi accoglieranno col loro canto, al vostro arrivo.

ATTENZIONE: in questa gita sono presenti corsi d’acqua non sorvegliati. Occorre controllare a vista i minori e non permettere loro di avvicinarsi all’acqua in maniera tale da mettersi in pericolo

Si parte!

Si tratta di uno dei pochi anelli che parte su una strada asfaltata. Procederete quindi oltre la chiesa e, al bivio che vi troverete di fronte, prenderete la prima a sinistra. Impossibile sbagliare.

Prendere a sinistra

Proseguirete lungo la strada asfaltata fino al bivio che vi indicherà di prendere a sinistra, per la Chiesa della Maddalena.

Per inciso, questo sarà poi il punto di chiusura dell’anello, infatti nel tratto di ritorno scenderete dalla strada a destra.

Scenderemo ancora per circa 1,5 km lungo l’ombrosa carrabile asfaltata, che ci porterà in vista di questa chiesa medievale, dichiarata Patrimonio Storico Nazionale, visitabile solo dall’esterno.

La pace del luogo vi inviterà senz’altro a concentrare l’attenzione su alcuni particolari che vi consigliamo di non perdervi, quali un bassorilievo che troverete a destra della porta di entrata

Gita indicata per le seguenti età o attitudini:

 

 

Per un’ottima riuscita della giornata, rispettate sempre queste nostre indicazioni, basandovi sull’età del più piccolo del gruppo.
Per “piccoli camminatori” intendiamo bambini che già hanno dato prova di effettuare senza problemi escursioni un pochino più lunghe di quelle per loro consigliate e che comunque dimostrano di gradire l’attività escursionistica e una predisposizione a muoversi in ambienti diversi dal consueto.

Si prosegue…

Tornando indietro di qualche decina di passi, troverete un indicatore bianco rosso che porta su un sentiero che si inoltre nel bosco, in direzione sud ed in lieve discesa.

 

Vi condurrà, dopo qualche decina di minuti, al punto di attacco della salita, abbastanza chiaramente indicato con un cartello che riporta la scritta “Monte Acquarone”, e che non dovete assolutamente sbagliare.

ATTENZIONE: su questo percorso potreste incontrare mucche al pascolo. Le mucche sono animali pacifici e non pericolosi. Non hanno alcuna intenzione di aggredire l’uomo, ma potrebbero reagire male di fronte a qualche comportamento sconsiderato. Mantenere la distanza. Per evitare qualsiasi rischio è bene mantenere la distanza di almeno una ventina di metri tra noi e le mucche al pascolo.

State per affrontare il tratto che contiene tutto il dislivello dell’anello: la salita prenderà a salire ripida e senza perdono per un bel tratto, fino ad addolcirsi ma comunque a non smettere di salire, prima su una panoramica cresta con vista su entrambe le vallate, e quindi anche su Lucinasco, e poi direttamente sulla vetta del Monte Acquarone, alla cui base sta la cappella che sarebbe la terza chiesa del nostro anello.

Per innumerevoli anni, il Monte Acquarone è stato una postazione chiave per il controllo del territorio che si estende tra le valli dell’Impero e del Prino.

La sua posizione strategica lungo la Via Marenca, che ha una lunga storia, fa supporre che la sua cima sia stata occupata in epoca pre-romana da un insediamento fortificato, e successivamente da un castello. La forma piatta della vetta e la presenza di muri a secco e di grandi blocchi squadrati confermano questa ipotesi. Nel corso dei secoli, il Monte è stato teatro di numerosi conflitti militari, tra cui quello del 1798, quando il barone De Geneys del Regno di Sardegna, con pochi uomini, resistette all’attacco delle truppe repubblicane genovesi dell‘Armata d’Oltre Ponente, guidate dal maggiore Giulio Cesare Langlade, per difendere la città di Oneglia.

Dalla vetta del monte (832 mt.) raggiungerete facilmente, in qualche minuto, la Cappella del Monte Acquarone, che vedete sotto di voi.

Lì, un tavolo da picnic vi ospiterà per una sosta (non sono presenti sorgenti di acqua).

Per quanto riguarda il ritorno, il consiglio è di tornare al punto di partenza lungo la carrabile asfaltata che scende verso Lucinasco, anche perché lungo il percorso potrete osservare alcune ben conservate “caselle”, rifugi in pietra per attrezzi e persone, in antiche epoche.

“casella” lungo il percorso

Giunti al punto di partenza, avrete percorso 8,4 Km per un dislivello di 312 metri, la maggior parte dei quali concentrati nella parte centrale del percorso.

Consigli utili

Nello zaino, non dimenticare:

  • borraccia
  • macchina fotografica
  • telo da picnic
  • k-way
  • scarpe antiscivolo

Guarda il Relive!

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