Gita indicata per le seguenti età o attitudini:

 

 

Per un’ottima riuscita della giornata, rispettate sempre queste nostre indicazioni, basandovi sull’età del più piccolo del gruppo.
Per “piccoli camminatori” intendiamo bambini che già hanno dato prova di effettuare senza problemi escursioni un pochino più lunghe di quelle per loro consigliate e che comunque dimostrano di gradire l’attività escursionistica e una predisposizione a muoversi in ambienti diversi dal consueto.

Una spettacolare ma semplice, quasi interamente pianeggiante e in parte all’ombra, passeggiata, in un percorso che vi porterà dal Passo del Biscia alle pendici del Monte Porcile, incontrando flora, fauna ed evidenze naturalistiche di tutto rispetto che, se dovutamente indicate, non mancheranno di piacere ai vostri bambini.

Da dove si parte

Il punto di ingresso nel percorso

Elemento fondamentale per la riuscita di una gita è l’individuazione del punto di partenza. Raggiungerete il Passo del Biscia (885 slm) seguendo la SP 26, che prenderete seguendo le indicazioni del navigatore, dopo essere usciti dal casello autostradale di Lavagna (GE).

Questa strada percorre tutta la Val Graveglia, una valle stretta e a tratti tortuosa, ricca di antiche cave e miniere grazie alla particolarità geomorfologica del territorio, ricco di manganese e ardesia.

Lungo il percorso, che preannunciamo ricco di curve e quindi sconsigliato per chi soffre il mal d’auto, troverete infatti altri spunti di interesse e di gite, la più importante fra tutte è la Miniera di Gambatesa.

Sul Passo del Biscia si trova una piccola cappella-memoriale della Guerra 15-18, il punto di partenza del tracciato si trova dal lato opposto della strada, lo troverete facilmente.

Per chi arriva dalla Provincia di Spezia, il percorso da seguire è quello della SP 57, da Varese Ligure (SP).

Si parte!

Sul Passo del Biscia, oltre ad una buona dotazione di cartelli informativi, che vi consigliamo di leggere, troverete anche un piccola area picnic e tre statue, di forma un po’ strana. A voi scoprire chi rappresentano e raccontarlo ai bambini (aiutino a fondo articolo)

Il percorso si sviluppa inizialmente all’interno di una splendida e discretamente conservata pineta che, oltre regalarvi il fresco lungo il percorso, vi condurrà verso una zona più esposta, dove la avrete sulla vostra destra.

Sembrerà di essere, davvero, lungo un pista forestale di quelle che si trovano in Trentino – Alto Adige.

 

Una miniera a cielo aperto e…strani incontri!

Tutta la Val Graveglia, come dicevamo, è ricca di vene, giacimenti e depositi metalliferi.

Noterete perciò che ad un certo punto il terreno su cui state camminando assume un colore rossastro, simile al ruggine. Si tratta di minerale di manganese, un tempo utilizzato per scopi metallurgici.

Non solo, osservando bene, troverete vedrete anche frammenti di ardesia e altre interessanti formazioni ofiolitiche, di innumerevoli colori.
Stimolate i bambini a riconoscerle, osservandole da vicino, magari fotografarle per cercare poi su Google l’esatta denominazione, ma ricordiamo che ne è vietata la raccolta.

Tutta l’area è attrezzata a pascolo, per cui certamente, lungo il percorso, prima o poi, vi capiterà di trovare tranquille mucche al pascolo!

Il rifugio e l’arrivo

Dopo circa 2.5 km, troverete alla vostra sinistra un piccolo rifugio (rifugio del Monte Porcile).

Troverete un tavolo da picnic in cui fermarvi ma il nostro consiglio è di proseguire lungo la principale per ancora circa 2 km.

Una volta che avrete percorso circa 4,5 km, superato uno spiazzo erboso molto panoramico, con un breve tratto di salita giungerete in vista del ripetitore di segnale che si trova alle pendici del Monte Porcile.

Siamo a 1.100 metri di altezza circa.

Il punto di arrivo

I più allenati di voi potranno cimentarsi nell’ascesa del monte, gli altri potranno ridiscendere e trascorrere il resto della giornata sui prati sottostanti, per godere della vista, della flora e, come detto, della fauna che popola l’intera area.

Avrete percorso circa 4,5 kk e coperto un dislivello positivo di circa 180 metri.

Si consiglia il rientro dallo stesso percorso.

Nello zaino, non dimenticare:

  • K-way
  • Scorta di acqua
  • Crema solare
  • Telo da picnic

Curiosità: le strane statue bianche che trovate sul passo sono le cosiddette “anime pietrificate”. Non sono il frutto di una leggenda, bensì un monito per chi passa: non dimenticare. Il camminatore che arriva davanti a questi “giganti”  potrà leggere la targa datata 4 giugno 2011 con le parole dello scultore ungherese Berzsenyi Balàzs, che dal 1996 vive e lavora in Val Fontanabuona: “In queste valli dove molti partigiani chiusero gli occhi perché altri li aprissero alla luce della libertà, il monumento qui collocato ricorda a 150 anni dall’Unità d’Italia e a 66 anni dalla conclusione della guerra di Liberazione, il sostegno dato dai contadini alle formazioni partigiane operanti in questi territori”.
Prosegue lo scultore: “Il gruppo scultoreo è composto da tre figure che non vogliono essere i ritratti di tre persone, bensì la rappresentazione della loro anima che è rimasta su questo passo per l’eternità. Per questo ho voluto dare ai loro corpi, quasi irreali, potenza e forza e ai loro volti la consapevolezza di essere cresciuti troppo in fretta”.

ATTENZIONE: la lettura di questo articolo e la conseguente effettuazione della gita non può dare in alcun modo luogo a nessuna richiesta di risarcimento e rimborso né a procedimento giudiziario/arbitrale per infortuni, danni a persone/cose anche di terzi, e qualsivoglia ragione nei confronti dell’autore dello stesso, e solleva da ogni responsabilità civile e penale, anche oggettiva, l’autore stesso, l’editore e il titolare dello spazio web.

 

 

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Feedback di Chiara Odasso (05/2020)

ieri siamo stati sul Passo del Biscia (che collega la Val Graveglia con la Val di Vara (uscita Lavagna) e abbiamo preso il sentiero appena dietro la cappelletta (sentiero A11 che porta verso il monte Chiappozzo e punto di partenza anche per altre gite).
Il percorso fino ai piani del Chiappozzo è un saliscendi fattibile per tutti (durata circa 20/ 30 min da quando si lascia la macchina). Da qui parte la salita verso la cima (che noi non abbiamo fatto, preferendo esplorare i dintorni visto anche il tempo incerto). Il cartello indica per la salita 40 minuti.
La sorpresa più bella (a parte la fioritura della stagione, i pascoli di mucche, un serpentello e due falchi in volo) è stato l’incontro inaspettato con i bellissimi CAVALLI SELVAGGI DELL’AVETO!
Bambini felicissimi e anche noi.
Paesaggio montano.