Situato nell’entroterra di Sestri Levante (GE) il Monte Tregin nonostante la sua modesta quota, non raggiunge infatti nemmeno i 900 m., ha una forma intrigante che invita a una bella camminata.
Per tanto tempo ogni volta che percorrevo l’autostrada verso la Toscana mi ci è caduto l’occhio: una bella e ripida lama e, come spesso succede in Liguria, con aspetto più montano che marinaro, anche se il Tregin è a soli 8 km. da Sestri Levante.
La prima volta siamo saliti sotto una fitta nevicata che ovattava tutto e rendeva il paesaggio fatato; da allora tante volte siamo tornati e devo dire che in ogni stagione ha il suo perché…
La gita sarà particolarmente apprezzata da chi ama camminare: la salita è di quasi 600 m. di dislivello, se si decide di fare il giro ad anello in discesa c’è un breve tratto con qualche passaggio in cui occorre l’aiuto delle mani, niente di difficile ma non è adatto ai più piccini, a meno che non siano stambecchi!

Come si raggiunge

Da Genova: uscite al casello autostradale di Sestri Levante dell’autostrada A12 Genova – Rosignano Marittima (circa 36 km. da Genova Nervi).

Alla rotonda girate a sinistra per Casarza Ligure. Superata Casarza, a poco più di 4 km. dall’uscita autostradale, prendete la strada in salita sulla sinistra con indicazioni Bargone; altri 4 km. e raggiungerete la piazza del paese dove si parcheggia (circa 50 min. da Genova Nervi).

Il percorso di andata

Il percorso comincia all’inizio della piazza e sale su una stradina asfaltata (Via delle Fragole civici 1-3-3a-3b-3c) con evidenti indicazioni: un cartello con varie mete tra cui M. Tregin con segnavia X rossa

La partenza dalla piazza di Bargone

L’Autrice

Camilla Calcagno, genovese, è un’appassionata di alpinismo, natura, trekking ma, soprattutto, è una mamma. Appeso le scarpette da arrampicata al chiodo (da roccia, ovviamente), dopo anni di scalate, ha deciso di dedicarsi insieme al marito e alla figlia a “semplici” passeggiate, via via che la figlia Laura cresce, sempre un po’ più lunghe e talvolta con qualche tratto impegnativo (parlando sempre di gite #amisuradibambino).

Gita indicata per le seguenti età o attitudini:

 

 

Per un’ottima riuscita della giornata, rispettate sempre queste nostre indicazioni, basandovi sull’età del più piccolo del gruppo.
Per “piccoli camminatori” intendiamo bambini che già hanno dato prova di effettuare senza problemi escursioni un pochino più lunghe di quelle per loro consigliate e che comunque dimostrano di gradire l’attività escursionistica e una predisposizione a muoversi in ambienti diversi dal consueto.

Terminato l’abitato salite una scaletta e continuate il sentiero sempre seguendo il segnavia X rossa.
Attraverserete ora una zona in cui è predominante l’erica arborea, alto arbusto dai piccoli e numerosi fiori bianchi che fioriscono da Marzo a Maggio.

Le ramificazioni legate in fascine, un tempo venivano utilizzate per fare scope, da qui il nome “scopiglia” e con il legno nodoso della base della pianta, il ciocco, si costruiscono i fornelli per le pipe.
Successivamente la vista si apre sul tratto roccioso dove emerge il carattere “montagnino” del Tregin.

Se è una giornata soleggiata ci può essere un po’ di afa in quanto la bastionata rocciosa di solito protegge il sentiero dal vento.
In questo tratto una volta abbiamo visto un caprone selvatico. Il suo vello bianco ben mimetizzato è stato scoperto dai nostri occhi curiosi semplicemente perché smuovendo il terreno ha fatto cadere qualche sasso… beccato!

Dopo quasi 1 ora dalla partenza raggiungerete il Passo dell’Incisa, dove di solito soffia una piacevole brezza, posto ideale per una breve pausa.

Continuando sulla destra, sempre seguendo il sentiero con la X rossa vi incamminerete nel tratto più interessante della salita: il panorama si apre sulla cresta rocciosa del Tregin, l’erica arborea si alterna ai cespugli rosa della sua sorella minore, l’erica, anch’essa tipica dei paesaggi collinari e montuosi liguri.

La cresta rocciosa del Tregin

 

L’ultimo tratto prima della vetta!

Un ultimo sforzo, in un’abbondante mezz’ora dal Passo dell’Incisa raggiungerete la cima.

In tutto la salita sarà durata poco più di 1 ora e mezzo.

In vetta con l’aquilone


Quel monte è la Roccagrande

A questo punto avete la scelta: ritornare dal sentiero di salita o fare il giro ad anello prevedendo o meno la salita alla Roccagrande, un monte roccioso a poca distanza.

 

Il percorso di ritorno

Se avete optato per il giro ad anello, dalla cima continuate sul sentiero con segnavia X rossa: i primi minuti scende dolcemente a lato della cresta, poi c’è qualche metro roccioso dove occorre un po’ di attenzione e l’uso delle mani.
Un adulto come capo fila può aiutare in caso di bisogno.

Un po’ di attenzione!

A una ventina di minuti dal Tregin arriverete ad un bivio, prendete la larga strada sterrata a destra con indicazioni M. Roccagrande 30’ X rossa.

Al successivo bivio continuate dritti (X rossa) trascurando il sentiero per il rifugio (indicazioni su un cartello di legno).

Arrivati al bivio per il Roccagrande potete decidere di salire in vetta sempre seguendo la X rossa, o continuare sulla larga carrozzabile.

Per raggiungere la cima occorrono solo una decina di minuti salendo sul versante prativo.

Se salite in vetta per riprendere la carrozzabile che si vede sotto, continuate scendendo dal lato opposto a quello da dove siete arrivati, per poi girare nettamente a destra ed arrivare in breve ad uno spiazzo e alla strada sterrata.

Poco dopo sotto la strada si apre la vista sulla zona umida di Pian del Lago ricca di biodiversità: giunchi, lembi di torbiera e di prato umido favoriscono la vita degli anfibi (ululone, tritone e rane). Le mandrie al pascolo, i cinghiali ed altri vertebrati che frequentano la zona, richiamano predatori come volpe, lupo e mustelidi.

In questo habitat vivono anche una rara farfalla un tempo molto diffusa nelle zone umide e un tipo di pianta insettivora, tutto ciò in poche centinaia di metri… la natura non finisce mai di stupirci!

La zona umida di Pian del Lago

 

Percorrerete lo sterrato (indicazioni tre pallini rossi messi a triangolo) fino ad un grande crocevia, il Passo del Bocco di Bargone, 45 minuti circa dalla cima del Roccagrande.

Sulla destra troverete un cartello che indica la direzione per Bargone con indicazioni triangolo rosso pieno.

Dapprima il sentiero scende in una valletta verde, attenzione al segnavia che talvolta è poco evidente; dopo aver superato tanti piccoli guadi la discesa diventa più pietrosa e meno agevole.

Continuando si raggiunge una strada sterrata, si supera una fattoria didattica in disuso e si continua percorrendo la larga strada bianca. Ogni tanto ci sono scorciatoie su sentiero (triangolo rosso pieno), noi abbiamo preferito il largo sterrato, ottimo per defaticare le gambe.

In circa un’ora e 20 min. dal Passo raggiungerete la piazza di Bargone dove avete posteggiato l’auto.

In tutto avrete camminato circa 4 ore e 45, bravi!

Nello zaino, non dimenticare

  • Scorta di acqua
  • Giacca a vento
  • Macchina fotografica
  • Scarpe da trekking
  • Caramelle (rendono meno faticosa la salita!)

ATTENZIONE: la lettura di questo articolo e la conseguente effettuazione della gita non può dare in alcun modo luogo a nessuna richiesta di risarcimento e rimborso né a procedimento giudiziario/arbitrale per infortuni, danni a persone/cose anche di terzi, e qualsivoglia ragione nei confronti dell’autore dello stesso, e solleva da ogni responsabilità civile e penale, anche oggettiva, l’autore stesso, l’editore e il titolare dello spazio web.

Questo articolo è stato creato e/o rivisto nel corso dell’anno riportato sul bollino.