Vorreste far provare ai vostri bambini una facilissima e molto breve ferrata nella nostra bella Val d’Aveto?

L’Anello del Monte Penna (A5) non è lungo nè troppo faticoso e nella parte finale offre un breve tratto attrezzato con catene.

Pur non presentando difficoltà di rilievo né esposizione particolare, niente a che vedere con una ferrata vera e propria, occorre attenzione.

Se non siete abituati a fare gite e volete raggiungere la vetta del Penna scegliete il più facile percorso che sale dal Passo dell’Incisa.

L’imbragatura non è necessaria.

Ai primi di settembre la zona offre scorpacciate di dolci lamponi e cominciano a fare capolino i prelibati funghi autunnali. Il cartellino si può comprare anche on line.

Se preferite le fioriture ai frutti silvestri in stagione troverete gigli di San Giovanni, anemoni alpini e viola di Cavillier.

Sconsiglio l’inverno e l’inizio della stagione primaverile se fredda e piovosa in quanto vista la quota (oltre i 1700 m), ci potrebbe essere ghiaccio che renderebbe il percorso insidioso.

Come si raggiunge

Da Genova: uscite al casello di Lavagna dell’autostrada Genova – Livorno (A12).

Imboccata la SP586 superate Carasco, Borzonasca, Bertigaro, Rezzoaglio e raggiungete Santo Stefano d’Aveto (50 km. circa dal casello di Lavagna).

Il paese è composto da vari nuclei, superata la zona dove c’è il castello continuate sulla strada principale e dopo pochi minuti raggiungete il bivio per Parma Piacenza che imboccherete.

Successivamente, al bivio prendete a destra la SP75 con indicazioni Foresta Monte Penna fino a raggiungere il Passo del Chiodo dove posteggerete (13 Km. da Santo Stefano).

Comincia la gita.

La partenza

Il percorso di andata

L’anello denominato A5 parte dal Passo.

Il largo sentiero che si addentra in salita nel bel bosco di faggi è il numero 831 (indicazioni Nave M. Penna).

In meno di mezz’ora raggiungerete la cosiddetta Nave, una zona formata da un distacco e conseguente scivolamento di un versante della collina.

Il curioso avvallamento ha la forma tipica di una chiglia di una nave.

La nave

Ai lati del sentiero ci sono molte piante di lamponi, ai primi di settembre ne abbiamo raccolto in quantità.

Piante di lamponi a perdita d’occhio!

Ripreso il cammino vi addentrate nel bosco verso il Monte Pennino (segnavia triangolo giallo pieno). Poco dopo seguite il sentiero 871 che arriva dal versante emiliano con indicazioni M. Penna e passo Incisa.

Salendo nel bosco… occhio ai funghi!

Aguzzate la vista perché (in stagione) potrebbero esserci dei porcini.

Dopo una piccola sella che divide il Monte Pennino dal Penna comincia la parte finale della salita con il sentiero attrezzato.

Da qui in poi state vicino ai ragazzi, occorre un po’ di attenzione nella progressione.

C’è una catena che può aiutare il cammino.

 

Superato un ultimo tratto roccioso in breve vi ritroverete sulla vetta del Monte Penna con la sua imponente statua della Madonna di San Marco.

C’è anche una piccola cappella che in caso di bisogno può servire come riparo.

In cima la vista può spaziare libera su tutta la valle e se la giornata è limpida potrete scorgere in lontananza l’arcipelago toscano, la Corsica e le Alpi occidentali.

Dalla partenza alla vetta abbiamo impiegato circa 1 ora e un quarto sosta lamponi compresa.

La Soldanella

In Val d’Aveto potete fare delle belle escursioni e godervi pace e tranquillità di una zona montana mai troppo affollata.

Nel periodo invernale c’è una piccola stazione sciistica con piste da discesa e da fondo, percorsi adatti a belle ciaspolate o per sci alpinismo.

Se decidete di passarvi qualche giorno vi consiglio di soggiornare al B&B La Soldanella (http://www.beblasoldanella.it/).

Siamo stati consigliati da amici, clienti di vecchia data; quando vogliono disintossicarsi dallo stress della vita cittadina passano qualche giorno da Raffaella e Roberto e ora che ci sono stata anche io capisco il perché: siamo stati benissimo!

La prima cosa che accoglie il visitatore è il bel giardino con una pittoresca struttura di legno e tetto in paglia con un tavolo a disposizione degli ospiti.

Chiamata in gergo contadino barco, originariamente serviva per riparare il fieno dagli agenti atmosferici.

Ci sono giochi per bambini e in zona riparata una piscina che da maggio a settembre ha l’acqua riscaldata.

Le 3 stanze, con stufa a pellet per le stagioni fredde, sono in legno, carinissime, arredate in gusto country.

La colazione è eccellente e varia: Raffaella che è un’ottima cuoca prepara torte, crostate, ricche macedonie e l’immancabile focaccia genovese.

Roberto arricchisce la tavola con ottimi formaggi prodotti con il latte delle sue capre e salumi fatti con i suoi maiali nutriti solo con prodotti naturali.

Solo a vederli viene l’acquolina in bocca.

Le sue specialità sono il frutto di una passione che lo spinge a migliorare e provare nuove lavorazioni.

Quando abbiamo soggiornato era alle prese con la macinatura del grano per farne farina! Raffaella naturalmente ha colto l’occasione per preparare la focaccia oltreché bianca, anche in versione integrale.

Quanto offerto da Raffaella e Roberto va però al di là di tutto questo: la gentilezza e la spontaneità con cui vengono curati i clienti è veramente speciale, nel giro di poco tempo ci siamo sentiti come a casa e alla partenza pensavamo già a quando saremmo potuti tornare!

Provare per credere!

L’Autrice

Camilla Calcagno, genovese, è un’appassionata di alpinismo, natura, trekking ma, soprattutto, è una mamma. Appeso le scarpette da arrampicata al chiodo (da roccia, ovviamente), dopo anni di scalate, ha deciso di dedicarsi insieme al marito e alla figlia a “semplici” passeggiate, via via che la figlia Laura cresce, sempre un po’ più lunghe e talvolta con qualche tratto impegnativo (parlando sempre di gite #amisuradibambino).

ATTENZIONE: in questa gita sono presenti tratti esposti. Occorre controllare a vista i minori e non permettere loro di avvicinarsi ai margini del sentiero in modo tale da mettersi in pericolo

Gita indicata per le seguenti età o attitudini:

 

 

Per un’ottima riuscita della giornata, rispettate sempre queste nostre indicazioni, basandovi sull’età del più piccolo del gruppo.
Per “piccoli camminatori” intendiamo bambini che già hanno dato prova di effettuare senza problemi escursioni un pochino più lunghe di quelle per loro consigliate e che comunque dimostrano di gradire l’attività escursionistica e una predisposizione a muoversi in ambienti diversi dal consueto.

 

 

Il percorso di ritorno

Per la discesa seguite i segnavia quadrato pieno giallo/croce gialla che si inoltra nella bella faggeta un tempo sacra per gli antichi liguri Veleiati, fino a raggiungere in una mezz’oretta circa il Passo dell’Incisa.

Dal passo seguite in discesa sulla destra la larga strada sterrata con indicazioni Casermetta forestale e raggiunta la strada asfalta sarete nei pressi del Rifugio Casermette del Monte Penna. Continuate sulla destra fino a ritornare al Passo del Chiodo.

Dal Passo dell’Incisa alle auto ci si impiega circa una cinquantina di minuti.

Nello zaino, non dimenticare:

  • Scorta di acqua
  • Giacca a vento
  • Macchina fotografica
  • Scarpe da trekking

Camilla Calcagno.

ATTENZIONE: la lettura di questo articolo e la conseguente effettuazione della gita non può dare in alcun modo luogo a nessuna richiesta di risarcimento e rimborso né a procedimento giudiziario/arbitrale per infortuni, danni a persone/cose anche di terzi, e qualsivoglia ragione nei confronti dell’autore dello stesso, e solleva da ogni responsabilità civile e penale, anche oggettiva, l’autore stesso, l’editore e il titolare dello spazio web.

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Questo articolo è stato creato e/o rivisto nel corso dell’anno riportato sul bollino.