ATTENZIONE: in questa gita sono presenti tratti esposti. Occorre controllare a vista i minori e non permettere loro di avvicinarsi ai margini del sentiero in modo tale da mettersi in pericolo

Un itinerario spettacolare, in parte scavato direttamente nella roccia calcarea delle pendici del Monte Pietravecchia e Toraggio, a cavallo tra Italia e Francia.

Originariamente era un percorso molto più lungo che attraversava anche la zona del Monte Toraggio.

A causa di una importante frana parte di esso è stato interdetto alle escursioni, non perdendo però il suo originario fascino.

Un po’ di storia!

Il sentiero è nato tra il 1936 e il 1938, agli ingegneri dell’epoca è stato chiesto di progettare una vera e propria impresa impossibile.

Occorreva un percorso sicuro dagli attacchi delle batterie francesi per trasportare uomini, armamenti e vettovaglie dalla caserma del Monte Grai, prima, e poi dal Passo Muratone fino alle importanti fortificazioni di Cima Marta.

Gli alpini hanno quindi compiuto un’impresa titanica: hanno scavato un percorso nel calcare, hanno costruito muri a secco per sorreggere parti del sentiero a strapiombo sulla valle, regalando a loro insaputa agli escursionisti un percorso davvero insolito e indimenticabile.

Come si raggiunge

Da Genova: uscite al casello autostradale di Arma di Taggia dell’autostrada A10 Genova – Ventimiglia (130 Km. circa da Genova). Seguite la SS548 della Valle Argentina; all’inizio del paese Molini di Triora imboccate a sinistra la SP26 per Colla Langan e Colla Melosa che raggiungerete dopo 41 Km. circa dall’uscita autostradale.

Raggiunto il Colle della Melosa parcheggiate nell’ampio piazzale.
Dando le spalle al rifugio Allavena di fronte all’albergo Melosa, subito sotto la strada comincia un largo sentiero nel bosco (indicazioni Fontana Itala 125).

Partenza!

D’inverno è una pista da sci di fondo. Dopo meno di 10 minuti sulla sinistra si apre una bella veduta su una bastionata rocciosa antipasto di quello che vi aspetterà a breve… preparatevi!!
Raggiunta la carrareccia proseguite a sinistra e raggiungete la Fontana Itala (mezz’ora dalla partenza).
Sulla fonte ormai dismessa la scritta Sentiero degli Alpini indica il sentiero di sinistra (sentiero 125), imboccatelo.

La fontana Itala

L’Autrice

Camilla Calcagno, genovese, è un’appassionata di alpinismo, natura, trekking ma, soprattutto, è una mamma. Appeso le scarpette da arrampicata al chiodo (da roccia, ovviamente), dopo anni di scalate, ha deciso di dedicarsi insieme al marito e alla figlia a “semplici” passeggiate, via via che la figlia Laura cresce, sempre un po’ più lunghe e talvolta con qualche tratto impegnativo (parlando sempre di gite #amisuradibambino).

Ha scritto un articolo su “La Casana“, il periodico della Banca CARIGE e ha scritto, per la “Rivista della Sezione Ligure del CAI“, un redazionale in occasione del 20ennale della scomparsa del padre.

Da dove nasce questa passione, è facile da immaginare: Camilla è infatti figlia del più grande alpinista (“dilettante”, come amava considerarsi lui, che avrebbe potuto farlo per vivere) ligure, il famoso Gianni Calcagno, che, tra una spedizione e l’altra, e nei ritagli di tempo che il lavoro e questa immensa passione gli lasciavano, ha trasmesso alla figlia l’amore per la montagna, per la vastità dei suoi spazi e la libertà che regala ma anche per la bellezza di girovagare immersi nella natura “dietro casa” dove si può trovare spesso qualcosa di inaspettato e di insolito.

Gita indicata per le seguenti età o attitudini:

 

 

Per un’ottima riuscita della giornata, rispettate sempre queste nostre indicazioni, basandovi sull’età del più piccolo del gruppo.
Per “piccoli camminatori” intendiamo bambini che già hanno dato prova di effettuare senza problemi escursioni un pochino più lunghe di quelle per loro consigliate e che comunque dimostrano di gradire l’attività escursionistica e una predisposizione a muoversi in ambienti diversi dal consueto.

Dopo una decina di minuti si raggiunge il Sentiero degli Alpini vero e proprio.

Continuate in discesa  seguendo le indicazioni Gola dell’Incisa.
Il percorso scende agevolmente nel bosco e poi, con belle vedute sulla Valle Argentina, costeggiando contrafforti rocciosi dove ci sono vie d’arrampicata.

Si comincia quindi a scendere a zig zag giungendo al tratto di sentiero più spettacolare che in molte parti è scavato nella roccia.

Nonostante il percorso sia piuttosto largo e non siano presenti difficoltà, in alcuni tratti un po’ esposti c’è per sicurezza un cavo di acciaio.

Arrivati in fondo alla discesa, si comincia quindi a salire lungo un ripido zig zag su terreno un po’ sdrucciolevole fino a raggiungere in circa 20/30 minuti la Gola dell’Incisa a quota 1684.

Dalla Fontana Itala avrete impiegato circa 1.40/50.

Girando a sinistra si va verso il Monte Toraggio (il gigante che dorme), da cui però bisogna tornare indietro sul medesimo percorso fino al passo, in quanto il secondo tratto del sentiero degli Alpini è purtroppo franato. Prendendo invece verso destra continuate l’anello.

Noi scegliamo questa opzione.

Il sentiero prosegue in lieve salita e attraversa tratti di bosco di larice con sotto un prato che sembra all’inglese, niente da invidiare al bosco delle fate.

In primavera ci si può togliere le scarpe e godersi la morbidezza della tenera erba.

In maggio sbocciano le peonie selvatiche e in giugno rododendri, viole di Valdieri, anemoni Alpini, dafne odorosa e tanti altri fiori che rendono tutto semplicemente perfetto!

Peonia officinalis

Viola di Valdieri

Dopo 40 minuti circa dal Passo dell’Incisa, in corrispondenza di un piccolo tornante, si giunge ad una piccola zona prativa, punto ideale per il pranzo.

Fino ad ora avrete camminato 3 ore circa.

Pochi metri dopo arrivate ad un bivio, sulla destra c’è il sentiero che sale alla cima del Monte Pietra Vecchia, sulla sinistra si scende invece lungo la carrareccia.

A questo punto avete due possibilità: sulla destra si stacca il sentierino 125 che ritorna al Colle della Melosa, continuando invece sullo sterrato in pochi minuti si raggiunge la Sella d’Agnaira per poi arrivare rapidamente ad una sbarra.

Avete nuovamente due possibilità: o girare a destra e raggiungere diretti il Colle della Melosa attraverso la carrareccia, oppure proseguire dritti sempre sulla strada sterrata, prendendo dopo pochi minuti il sentiero che scende sulla destra e che in una mezz’ora circa vi riporta al Colle della Melosa.

In tutto avrete percorso 16 km. circa, 650 m. di dislivello, impiegando 4 ore di cammino.

Nello zaino, non dimenticare

  • Scorta di acqua
  • Giacca a vento
  • Macchina fotografica
  • Scarpe da trekking
  • Bastoncini da trekking
  • Caramelle di gelatina

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Questo articolo è stato creato e/o rivisto nel corso dell’anno riportato sul bollino.