Fuori Liguria in un giorno: visitare Bobbio (PC), con partenza da Genova, è sicuramente un’esperienza da consigliare a patto che i bambini non soffrano il mal d’auto…

Come si raggiunge Bobbio

Non ci sono alternative: per chi parte da Genova, la via più breve è quella della SS 45 della Val Trebbia, che da Genova conduce a Piacenza, provincia nella quale si trova Bobbio. Questa bellissima strada, ancorché panoramica e davvero bella in ogni suo tratto, scende la valle da Torriglia verso Piacenza, snodandosi però in una sequenza pressoché continua di curve e saliscendi, ragione per cui la sconsigliamo fortemente a chi soffre il mal d’auto o ha bimbi col medesimo problema.

Giungerete quindi a Bobbio in poco più di 2 ore dopo essere partiti da Genova.

I posteggi sono pressoché tutti a pagamento: noi vi consigliamo di  utilizzare il Parcheggio Pubblico Caduti di Nassirya in quanto vicino all’Ufficio Turistico, da cui vi suggeriamo di passare per ritirare la bella carta della città con cui vi potrete facilmente orientare!

Si parte!

Giungendo da Genova, avrete sicuramente notato la lunga sagoma del Ponte Gobbo. Da lì, noi vi consigliamo di partire per la vostra visita, non senza aver prima raccontato ai bimbi del “secondo nome” di questo ponte: “Il ponte del diavolo”!

La lunga e irregolare sagoma del Ponte Gobbo

Secondo un’antica leggenda, San Colombano, monaco irlandese del VII secolo, era ansioso di portare la parola di Dio alle popolazioni che vivevano sull’altra sponda del fiume Trebbia all’altezza del paese di Bobbio.

Il maligno gli promise di costruire il ponte in una sola notte, in cambio della prima anima mortale che lo avrebbe attraversato. Il santo accettò. Nella notte, il diavolo convocò vari diavoletti che lo aiutarono nell’opera muratoria, reggendo le volte del ponte.

I demoni erano di statura diversa e così le varie arcate del ponte vennero fuori di dimensioni varie.

Al mattino, il diavolo si appostò all’estremità del ponte, per esigere il suo compenso. Ma san Colombano lo gabbò facendo passare sul ponte, al posto di un uomo, il suo povero cagnetto sofferente e molto malato (alcuni dicono si trattasse di un orso).

Il diavolo, inferocito, se ne tornò all’inferno, non prima però di avere sferrato un calcio al suo manufatto, che da allora è anche sghembo. Si dice che nella cripta della Chiesa di san Colombano ci siano ancora le orme dello sventurato animale che fece da cavia.

Vedrete ben presto che tutto il paese vive, per l’appunto, sulla Monastero che San Colombano fondò qui nel VII secolo.

L’Abbazia e Il Museo

E’ quindi per questo che, dopo aver attraversato il ponte per godersi la vista del paese dall’altra sponda del Trebbia, tornerete indietro e vi addentrerete nelle viuzze del paese che, inutile dirlo, è annoverato fra  “I Borghi più belli d’Italia“.

Troverete, anzi , molto facilmente, l’Abbazia di San Colombano, visitabile al suo interno ma soprattutto interessante per il Museo che ospita, il Museo della Città.

Il Museo della Città (ingresso gratuito), situato nei locali dell’ex refettorio, cucina, lavamani e cantina del monastero di San Colombano, propone un percorso introduttivo alla storia dell’Abbazia e della città di Bobbio.

L’allestimento, con postazioni audiovisive multimediali, affronta le tematiche legate alla vita di San Colombano, all’attività dello Scriptorium, alla storia del monachesimo e racconta le principali tappe che hanno caratterizzato la storia della città.

In pratica, sembra di essere nel film “Il Nome della Rosa“, per la fedele riproduzione dell’ambiente dello scriptorium. Molto interessanti, anche per i ragazzi, le spiegazioni delle tecniche di realizzazione dei codici medievali.

Decisamente suggestiva l’ambientazione dello scriptorium

Gita indicata per le seguenti età o attitudini:

 

Per un’ottima riuscita della giornata, rispettate sempre queste nostre indicazioni, basandovi sull’età del più piccolo del gruppo.

I parchi giochi

Durante il vostro girovagare per il paese, non faticherete a trovare i due parchi giochi di cui è dotato il paese. Uno si trova nelle vicinanze dell’Ufficio Turistico, e l’altro poco sopra, lungo la strada in salita che porta al Castello.

Il Castello

Giungerete finalmente all’imponente Castello Malaspina dal Verme. Ora, a parte il nome, altisonante quanto lievemente ridicolo, va detto che merita una visita, sia per la vista a 360° di cui si gode dall’ultimo piano del torrione, sia per la elegante collezione di arredi del 1700 – 1800, che popolano pressoché tutte le stanze del castello.

Il Castello Malaspina-Dal Verme è situato in posizione elevata, nella parte alta del paese, sopra al parco omonimo. Di proprietà statale, è inserito nel circuito dell’Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.

La sua costruzione risale ai primi anni del Trecento e si deve a Corradino Malaspina, signore di Bobbio. Nel 1342 diviene proprietà dei Visconti di Milano, che poi lo assegnano ai Dal Verme, i quali ne mantengono il possesso con alterne vicende fino alla metà del Settecento. La struttura è stata venduta nel 1814 ai Della Cella e dai suoi eredi ceduta allo Stato nel 1956.

Uscendo dal complesso e procedendo lungo Strada del Roso è visibile l’antico lavatoio comune alimentato dal Bedo, un corso d’acqua derivato dal torrente Bobbio e incanalato presumibilmente dai monaci alla fine dell’XI secolo, quando il monastero fu spostato nella zona più bassa. Svoltando a sinistra, si incontrano le caratteristiche case medievali di Contrada del Castellaro e da qui si può raggiungere l’Abbazia.

ORARI

Si prega di chiamare l’ ufficio turistico allo 0523 962815

INGRESSI

Costo: intero euro 2.50 (max gruppi di 15 persone), ridotto euro 1,50

L’imponente sagoma del torrione


Dettagli qua e là…

Si torna a casa?

Se pensate di aver visto tutto quanto che a Bobbio vi è di interessante per i ragazzi (l’età che noi consigliamo è quella dagli 11 ai 14 anni) probabilmente non vi sbagliate.

Tuttavia, passeggiando ancora un po’ fra le viuzze del borgo scoprirete qua e là dettagli interessanti e negozi, decisamente…attraenti: ci riferiamo ai numerosi negozi di alimentari e piccoli ristoranti che propongono ai visitatori le specialità della provincia: dal mitico gnocco fritto, alla coppa piacentina, alla pancetta “Giovanna”.

Lungo il ritorno…

Se vi è rimasto tempo, lungo il ritorno, vi consigliamo una piccola deviazione (che, come vedrete, è ampiamente segnalata) verso il paese di Cerignale.

Perché ve lo suggeriamo? Perché, intanto la strada per arrivarvi e molto panoramica in quanto si eleva di parecchie centinaia di metri sulla quota della statale, ma soprattutto perché il paese stesso vi stupirà con effetti davvero speciali…

Il palazzo del Comune, ad esempio, ospita una parete in metallo in cui sono ricavate alcune poesie di grandi poeti del Novecento. Ma non solo…

Cerignale è il primo e per ora unico comune “carbonio free” della Valtrebbia.

La sagoma di Sorus

Nelle viuzze dell’antico borgo pavimentato in sassi sono stati realizzati dei canaletti in cui scorre l’acqua dell’acquedotto per produrre energia pulita tramite una piccola centrale idroelettrica visitabile.

La sera i faretti all’interno dei canali illuminano le strade e creano un’atmosfera suggestiva.

Nel paese si trovano tanti fontanili, una fontana è stata dedicata a “San Francesco ed alla Laudato sii”, ed è ancora funzionante un mulino a doppia ruota.

Inoltre, tutto il paese è ornato di grandi poster fotografici i cui soggetti sono gli stessi abitanti degli edifici, ritratti nelle loro tipiche attività lavorative quotidiane. Davvero un bel progetto.

Infine…Cerignale può vantare di ospitare Sorus, (o Surus) l’ultimo elefante di Annibale che riposa lungo il fiume Trebbia (si tratta di una particolare conformazione montuosa che genera un’ansa del Trebbia.

Vista dal paese, sembra ricordare un elefante).

Consigli utili

  • Evitare giornate e mesi freddi e piovosi
  • Mangiare leggero per evitare problemi causati dalle curve

Nello zaino, non dimenticare:

  • macchina fotografica

ATTENZIONE: la lettura di questo articolo e la conseguente effettuazione della gita non può dare in alcun modo luogo a nessuna richiesta di risarcimento e rimborso né a procedimento giudiziario/arbitrale per infortuni, danni a persone/cose anche di terzi, e qualsivoglia ragione nei confronti dell’autore dello stesso, e solleva da ogni responsabilità civile e penale, anche oggettiva, l’autore stesso, l’editore e il titolare dello spazio web.